Che paese strano l’Italia, amministrata male, gestita peggio, vituperata e massacrata quotidianamente da chi dovrebbe amarla e difenderla.
Che paese unico l’Italia, figlia della repubblica e dell’impero romano prima, del rinascimento poi, fucina di poeti, santi, navigatori ed inventori.
Che paese bellissimo l’Italia, impreziosito da opere d’arte naturali e umane, come nessuno altro al mondo.
Se non ci fosse il calcio, che ci fa sentire orgogliosi dell’ inno d’Italia, e di essere parte di questo Paese strano, unico, bellissimo.
Se non ci fosse il calcio, che ci distrae da una crisi profonda, economica, sociale, politica e culturale, che ci distrae da catastrofi naturali sempre più presenti nel nostro quotidiano.
Se non ci fosse il calcio, quello vero, quello giocato, quello sport nazionale della Nazionale, che unisce, che ci fa sentire Italiani più del risorgimento, più dei 150 anni, più delle feste di liberazione, della repubblica, o religiose.
Così come i romani inventarono i giochi per calmerare il popolo, il calcio per i popoli latini, ha oltre il ludico una funzione sociale, di elimizione di alcune barriere, lo status sociale, il campanilismo, il tifo, il razzismo e la paura del diverso.
Il calcio è una metafora della vita sociale, ed oggi come oggi, una delle poche possibilità di rivalsa degli Italiani.
Si il calcio è una metafora della società!
Daniele